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Siri, guru economico di Salvini: i sindacati in piazza con la Lega

  • Affari Italiani2015-08-19

Armando Siri, consigliere economico di Matteo Salvini, spiega in una intervista ad Affaritaliani.it il progetto della Lega di bloccare l'Italia per mandare a casa Renzi. E lancia un messaggio ai sindacati.

Affaritaliani.it di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74) - Intervista di Affaritaliani.it ad Armando Siri, ideologo italiano della Flat Tax e consigliere economico di Matteo Salvini. Siri non teme l'isolamento sulla proposta di bloccare l'Italia per tre giorni, che il leader leghista ha rilanciato proprio su Affaritaliani.it

Siri, perché tanta freddezza dai partiti di opposizione sulla proposta di Salvini?
"Salvini spiazza la "politica" perché è l'unico ad avere il coraggio di confrontarsi direttamente con gli italiani, un coraggio e un "lusso" che molti partiti non possono permettersi".

E i sindacati?
"Vedremo, la manifestazione è aperta a tutti, sarebbe bello che per una volta su un tema di merito su cui tutti ci troviamo d'accordo, ovvero mandare a casa questo governo, si potesse convergere senza pregiudizi e steccati ideologici".

È vero che ha inviato Landini alla vostra Scuola Politica?
"Sì".

Ci verrà?
"Me lo auguro".

Torniamo alla serrata di novembre, Brunetta dice che non si può bloccare un Paese già bloccato. Lei che ne pensa?
"Brunetta è simpatico, ma quando qualunque meccanismo si inceppa, come è inceppata l'economia italiana, non si deve temere di spegnere il motore, anzi è quello che facciamo tutti per poi rimetterlo in moto e ripartire".

Si ma quali sono le proposte per far ripartire il Paese?
"Le proposte le abbiamo fatte, ma per realizzarle bisogna portare Salvini al governo, non le realizzerà certo Renzi. L'introduzione della Flat Tax al 15% è diventata proposta di legge, ed è un pilastro del nostro programma di rilancio dell'economia. Senza un taglio drastico del carico fiscale e della burocrazia ad esso collegato non abbiamo autentiche chance di ripresa".

Si ma la Flat Tax non è la panacea per tutti i mali, scusi...
"No, ma è un buon tonico per iniziare. Poi c'è da mettere le mani alla legge Fornero e dare la pensione con gli arretrati a tutti coloro che oggi sono senza lavoro e senza alcun aiuto e hanno pagato regolarmente i loro contributi. C'è la riforma dell'Agenzia delle Entrate e l'abolizione dell'onere di inversione della prova in materia tributaria. Oggi sul fisco sei colpevole a prescindere, noi pensiamo invece che il contribuente sia innocente a prescindere e spetti allo Stato l'onere di dimostrare il contrario. Ci sono poi i nostri confini da difendere da un'invasione organizzata che nutre il portafogli di gente senza scrupoli. Poi c'è la scuola che Renzi pensa sia "buona" solo perché ha trasformato il preside in un manager. Intanto i bambini di sei anni passano 5 ore e anche più seduti fermi su un banco. Vanno ripensati modello educativo e programmi".

Bisogna insegnare il sesso ai bambini?
"Ma quale sesso! I bambini debbono imparare ad avere fiducia nelle proprie capacità senza crescere con la paura del giudizio che li rende poi adulti frustrati e insicuri. La maggior parte delle nevrosi sono originate dalle esperienze scolastiche sopratutto nella scuola primaria e secondaria".

Insomma di Renzi non salvate niente neppure il Job Act?
"Guardi, l'Irap, la più assurda delle imposte, era scesa al 3,5% e Renzi l'ha riportata al 3,9% introducendo però la deducibilità dei costi del lavoro. Questo ha di sicuro agevolato aziende con molti dipendenti ma non le migliaia di piccole e micro attività, per le quali lo 0,4% sul fatturato è maggiore del costo per i pochi dipendenti che hanno. Anche le tutele crescenti hanno di fatto agevolato solo le aziende con più di 15 dipendenti che in Italia sono meno di 500 mila contro i 4 milioni di tutte le altre".

I dati economici però segnano una ripresa seppur lieve.
"Guardi, i dati che contano in questo momento particolarmente critico non possono essere solo quelli relativi alla produzione industriale che pure è importante ma le cui performance sono solo dovute all'export. Il mercato interno è ai minimi termini e non si può pensare di avere futuro solo con l'export. Tra l'altro senza una drastica riduzione delle imposte e della burocrazia quel poco che le nostre aziende sono riuscite a capitalizzare rischia di sfumare in breve tempo. In una società liquida come la nostra tutto è connesso, compreso il benessere e il malessere. Se pochi stanno bene e molti stanno male prima o poi la parte maggiore prevale su quella minore. Le bollette sono aumentate, oltre il 60% degli italiani non riesce a pagare regolarmente l'affitto e il mutuo e le sofferenze bancarie hanno superato i 180 miliardi. Ci sono molti dati che Renzi preferisce non guardare che coinvolgono milioni di cittadini. Il 6,7,8 novembre si parte da loro e stiamo a vedere".

fonte affaritaliani.it